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Cronaca

Zona residenziale in Porto Vecchio, i portuali: "Non vogliamo favori agli speculatori"

Per il Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste la priorità è garantire "nuovo lavoro con condizioni e salari dignitosi a migliaia di disoccupati e precari".

Il Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste dice "no" alla zona residenziale in Porto Vecchio. "Il progetto per il riutilizzo - si legge in una nota stampa - prevede di trasformare quell’area, ad esclusione della parte immediatamente prospiciente il mare che rimane in gestione all’Autorità Portuale, in una nuova zona residenziale. Gli edifici, in pessimo stato dopo decenni di (voluta) incuria, verranno venduti per essere ristrutturati e trasformati in alloggi di lusso e spazi commerciali, oltre che in sede di uffici della Regione. Non siamo d’accordo".

Secondo il Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste la soluzione prevista "porterà al massimo qualche anno di lavoro per i lavoratori edili e qualche posto di lavoro in genere precario. Oltre naturalmente a lauti guadagni per gli speculatori che compreranno gli edifici a prezzi stracciati per poi rivenderli o affittarli a prezzi centuplicati ovvero degli “amici degli amici” che si aggiudicheranno le poltrone negli organismi del nuovo consorzio Ursus, che dovrebbe gestire il tutto. Non crediamo siano queste le priorità". E' invece importante "garantire nuovo lavoro con condizioni e salari dignitosi a migliaia di disoccupati e precari attuali e per quelli che arriveranno a causa del Covid19".

"Perciò riteniamo - conclude la nota - che quella zona debba rimanere una zona di operazioni portuali, di produzione e logistica, visto anche che si trova proprio accanto alla stazione ferroviaria. Come riteniamo che lo strumento per rilanciare lavoro e sviluppo a Trieste esista già e vada semplicemente applicato – l’Allegato VIII° del Trattato di Pace. Che è parte della legislazione italiana e garantisce l’esenzione da tasse per le aziende – anche quelle industriali – che vi operano e uguali condizioni di lavoro e detassazione dei salari per i lavoratori. Fino a qualche anno fa anche il c.d Porto vecchio faceva parte del Porto Franco Internazionale. Potrebbe anche tornare a farne parte, applicando quanto previsto del decreto congiunto dei ministeri dei Trasporti e delle Finanze del 13/7/2017. Basterebbe volerlo".

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