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Esuli e trasporto pubblico, la Provincia: «Norma inapplicabile»

L'assessore provinciale ai trasporti, Vittorio Zollia, prende posizione riguardo l'applicazione della norma in merito agli abbonamenti del trasporto pubblico riservati agli esuli: «Ad oggi la norma è concretamente inapplicabile»

La Provincia di Trieste, soggetto preposto all’attuazione delle disposizioni in materia di trasporto pubblico locale, interviene per fornire la posizione ufficiale sull’applicazione della norma più volte richiamata legata agli abbonamenti riservati agli esuli.

«Ancora una volta mi vedo costretto - afferma l’assessore provinciale ai trasporti Vittorio Zollia - ad intervenire a fronte di iniziative e dichiarazioni che proprio per la qualifica dei soggetti che le hanno assunte possono creare, come di fatto stanno creando, grave confusione nell’utenza interessata e notevoli difficoltà operative agli Uffici provinciali coinvolti

«Il problema è noto - ha detto Zollia - e alle poche richieste nel tempo pervenute la Provincia, sentita la Regione, ha sempre risposto negando motivatamente il rilascio». Le norme che regolano la questione sono riconducibili alla legge regionale 20/97(articolo 20) la legge regionale 20/2007 (articoli 34 e 38) e la legge regionale 17/2008 (art. 5) oltre che a tutte le norme che annualmente hanno finanziato il trasporto pubblico locale. La legge regionale 20/1997 individua i soggetti beneficiari degli abbonamenti agevolati e cioè invalidi civili; ciechi e sordomuti; invalidi di guerra e civili di guerra e del lavoro; i perseguitati politici italiani antifascisti e razziali, gli ex deportati nei campi nazisti.

A queste categorie i benefici di legge sono garantiti nell’ambito degli impegni assunti in sede di gara e che i concessionari sono tenuti a rispettare dalla data della stipula dei relativi contratti e sono coperti finanziariamente dai corrispettivi pattuiti. Dieci anni dopo la legge regionale 23/2007 che reca una nuova disciplina del trasporto pubblico locale in previsione delle nuove gare, aggiunge all’originaria previsione dei beneficiari anche gli esuli. La stessa legge precisa però, che tale integrazione potrà trovare applicazione solamente «a decorrere dall’entrata in vigore della legge regionale di assegnazione delle risorse finanziarie necessarie per compensare i maggiori oneri derivanti dall’imposizione dell’obbligo di servizio».

La Regione cioè potrà imporre alle concessionarie il rilascio delle ulteriori tessere gratuite solamente quando sarà in grado di dare alle amministrazioni provinciali risorse specifiche aggiuntive rispetto al corrispettivo contrattuale vigente. Resta il fatto ineludibile che la Provincia di Trieste, non ha mai ricevuto dalla Regione per tali finalità risorse aggiuntive rispetto ai contratti in essere, peraltro contratti tutt’ora attuali in regime di proroga, oggi tecnica, quindi sempre riferiti ai medesimi corrispettivi, come ridotti nel 2012 e sino ad oggi coperti senza nemmeno l’applicazione dell’indicizzazione istat, che interverrà probabilmente con il prossimo assestamento di bilancio.

«Ad oggi, pertanto - aggiunge l’Assessore Zollia - la norma è concretamente inapplicabile, salvo che qualcuno non sostenga, ma la norma non lo prevede, che dovremmo ridurre i km annui di servizio ordinario a favore dell’intera utenza per rilasciare questa ulteriore tipologia di tessere. Solo a titolo di curiosità ogni 1000 tessere rilasciate sul nostro territorio provinciale varrebbero 85.000 Km di servizio in meno, previa stipula dei relativi atti aggiuntivi qualora naturalmente la Regione volesse integrare la norma in tal senso».

La Regione, che nelle vie brevi tramite i propri uffici ha confermato la validità di questa impostazione, rimane il soggetto giuridico al quale spetta l’ultima parola ed è invitata a fare chiarezza definitiva su questa vicenda, magari attraverso una precisazione formale in ordine all’atto giuntale di determinazione delle tariffe. «È evidente che fino a eventuale e diverso pronunciamento della Regione – ha concluso Zollia – le domande non sono accoglibili, in quanto verrebbero a costituire al momento un’inutile spesa per i cittadini».

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