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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Sdemanializzazione porto, PD: «Irripetibile occasione per economia cittadina, uniti per bene della città»

Lo rilevano in una nota Luca Salvati - Consigliere Provinciale del PD, Luca Bressan - Presidente IV Circoscrizione del PD, Andrea Dessardo - Vice Presidente V Circoscrizione del PD, Alberto Fileti - Consigliere V circoscrizione del PD, Damijan Coretti - Consigliere VI circoscrizione del PD, Cristiano Magnelli - Consigliere VII circoscrizione del PD e Lorenzo Giachin- Consigliere VII circoscrizione del PD.

«Abbiamo seguito con attenzione i vari passaggi che hanno portato alla sdemanializzazione di Porto Vecchio a partire dall’ormai famoso “emendamento Russo” per arrivare alle vicende degli ultimi giorni, che hanno portato alla consegna al Comune, l’ente più prossimo ai cittadini, dell’area di Porto Vecchio». Lo rilevano in una nota Luca Salvati - Consigliere Provinciale del PD, Luca Bressan – Presidente IV Circoscrizione del PD, Andrea Dessardo – Vice Presidente V Circoscrizione del PD, Alberto Fileti – Consigliere V circoscrizione del PD, Damijan Coretti – Consigliere VI circoscrizione del PD, Cristiano Magnelli - Consigliere VII circoscrizione del PD e Lorenzo Giachin- Consigliere VII circoscrizione del PD.  

«I cittadini di Trieste - continuano -  hanno sentito e stanno avvertendo che qualcosa sta cambiando rispetto agli ultimi decenni, che qualcosa si può muovere dentro quella vasta area rimasta troppo a lungo ai margini della città. Porto Vecchio vale da solo 1/3 dell’estensione della città di Trieste e questo significa poter costruire da zero, attraverso ipotesi condivise con architetti, ingegneri e altri operatori, 1/3 della nostra città. Deve essere chiaro una volta per tutte che l’emendamento Russo stabilisce che si può spostare il punto franco che giace sul Porto Vecchio. Imprenditori potrebbero essere interessati ad utilizzarlo spostandolo in Porto Nuovo o all’autoporto di Fernetti».

«Trieste  - continua la nota - ha fondali marini appropriati che permettono l’arrivo di grandi navi. L’abbattimento dei costi con queste grandi navi risulterebbe essere vantaggioso perché indurrebbe a produrre vicino al Porto con il conseguente ripopolamento di imprese manifatturiere. È necessario inoltre avere chiara la visione della sfida, avere l’ambizione di dire a Friuli, Slovenia e Austria di scommettere su quell’area per riportare Trieste grande ed invertire il trend demografico. Le idee possono essere diverse: un’Accademia del mare post-diploma che non esiste attualmente nell’Adriatico, attrarre navi da crociera, creare fori commerciali d'artigianato locale».

«Le idee spesso  - spiegano - si formano guardandosi in giro. A Copenaghen hanno realizzato una spiaggia artificiale di quasi 4 chilometri attirando un afflusso di 40.000 persone al giorno. Rispetto a Lignano, Grado e Bibione potremmo offrire una città di cultura con teatri e negozi le bellezze naturali e gastronomiche del Carso. Questo attirerebbe un numero notevole di ragazzi che verrebbero a lavorare come stagionali. Tutto dovrebbe essere fatto seguendo i criteri di trasparenza e in tempi certi. L’ente pubblico non può però fare tutto da solo. I soldi ci sono. Basti pensare a BlackRock, la società che ha investito in Europa Meridionale ben 3500 miliardi di euro. Soggetti come Fincantieri, Wärtsilä, Illy Caffè e Assicurazioni Generali dovrebbero dare la loro disponibilità a fare del marketing internazionale di Trieste. Non è una coincidenza che Trieste sia diventata grande quando ha importato».

«Tutto questo - conclude la nota -  è fattibile? Sì, a patto che sul futuro della città non vi siano divisioni politiche e che chi si trovi eventualmente a governare domani non getti via con un colpo di spugna quanto è stato fatto in questi ultimi mesi».

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