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Bagnare le rose, cambiare le cose: mostre, spettacoli e laboratori per rinnovare la complicità tra pratica terapeutica e artistica

Fino al 25 novembre un'opera collettiva diffusa sarà ospitata al Parco di San Giovanni, al Caffè San Marco, in Cavò e al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. Inoltre, da domani sarà possibile partecipare a diversi spettacoli e due laboratori

Martedì pomeriggio ha preso il via al Caffè San Marco un’iniziativa pensata dalla cooperativa sociale La Collina, dall’associazione Copersamm e dalla cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone, in collaborazione con Jotassassina, Cizerouno e il Caffè San Marco: l’occasione è stata offerta dalla ricerca sul campo di un artista e fotografo basco, José Ramón Aís, che a partire da aprile ha trascorso alcune settimane nel Parco di San Giovanni, e dalla coincidenza con il 50° anniversario dell’arrivo di Basaglia a Trieste; il titolo prende spunto da un testo di Franco Rotelli del 2013 (“La rosa che c’è”), con cui aveva rilanciato la necessità di non accontentarsi di ciò che era stato fatto, ma di continuare a prendersi cura del luogo che è stato teatro della negazione dei più elementari diritti e delle persone che lo hanno attraversato e che tuttora attraversano il dolore e lo stigma.

Più di cinquemila rose fioriscono dove prima sorgeva il manicomio, ma non bastano: ne servono altrettante per non venire meno alla promessa, per non dimenticarsi di chi non ce la fa, perché la bellezza possa essere davvero terapeutica. A questo scopo, per continuare ad inventare e non limitarsi a celebrare, per rinnovare la complicità tra la pratica terapeutica e la pratica artistica, che ha sempre caratterizzato l’esperienza basagliana, è stato lanciato un invito ad artiste e artisti a livello internazionale per partecipare a un’opera collettiva diffusa: hanno risposto una cinquantina di artisti e fino al 25 novembre i frutti di questi lavori saranno ospitati al Parco di San Giovanni (in Roseto e al Padiglione Emme), al Caffè San Marco, in Cavò (via San Rocco 1) e al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (via della Pietà 2/1), dove alcune installazioni troveranno una sistemazione definitiva e dove secondo Alessandra Oretti, psichiatra direttrice del servizio intervenuta all’inaugurazione, potranno contribuire a facilitare i percorsi di ricomposizione della persona.

Eventi e iscrizione ai laboratori

Ci saranno inoltre alcuni spettacoli - Queens & Roses (domani, venerdì 12 novembre alle ore 19.00 in Roseto a cura di jotassassina e Lady Rose) e La tempesta (sabato 13 novembre alle 17.30 in Roseto a cura di Radio Fragola Gorizia) - e due laboratori, uno teatrale (domani, venerdì 12 alle 15.00 in Casetta a cura dell’Accademia della Follia) e uno botanico (sabato 13 alle ore 14.30 in Casetta a cura della cooperativa Agricola Monte San Pantaleone). Per partecipare è necessario iscriversi tramite questo link.

L'incontro con l'artista José Ramón Aís

Infine, martedì 16 novembre alle ore 17.00 l’artista José Ramón Aís sarà a disposizione di chi desidera incontrarlo in Cavò (via San Rocco 1).

José Ramón Aís ha una laurea in Belle Arti presso l’Universidad del País Vasco, ha completato la sua formazione come progettista di giardini. La sua opera può essere considerata una riflessione e un’analisi su concetti relativi alla costruzione e alla rappresentazione del paesaggio. È interessato ad esplorare i legami emotivi e le modalità con cui si proiettano racconti, ideologie, desideri e utopie sulla natura. Nei suoi processi lavorativi si fondono la fotografia e le tecniche di postproduzione dell’immagine, il lavoro sul campo, la ricerca storica, nonché la coltivazione e l’osservazione delle specie con cui lavora. Ha partecipato a esposizioni come “Tratado de Paz” al Didam di Bayona, curata da Pedro G. Romero, “Nada temas dice ella” al Museo Nacional de Escultura di Valladolid, curata da Rosa Martínez, “Natural pasnatural” al Frac Corse, PhotoEspaña, o alla mostra personale “Parque Natural” al JardínBotánico di Madrid. Ha inoltre usufruito di diverse residenze artistiche come “Artista x Artista” all’Avana, o ART OMI a New York.

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