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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La Germania da Tacito a Hitler: domani l'ultimo incontro del ciclo "Roma e il mito nazionale" al liceo Dante

Giovedì 4 aprile, alle 17.30, nell’aula magna del liceo Dante in via Giustiniano 3, si terrà l’ultimo incontro del ciclo "Roma e il mito nazionale". A parlarne non saranno insegnanti del liceo, bensì due studentesse dell’ultimo anno

TRIESTE - Prosegue il ciclo di incontri dal titolo “Vita nuova del mondo antico”, ormai consolidato presso il liceo Carducci-Dante che, quest’anno, ha come tema “Roma e il mito nazionale”. Si cercherà dunque di indagare i modi specifici in cui Roma ha alimentato il nazionalismo novecentesco, con riferimento particolare all’Italia e alla Germania.

La Germania da Tacito a Hitler 

Domani, giovedì 4 aprile, sempre alle 17.30 nell’aula magna del liceo Dante in via Giustiniano 3, si terrà l’ultimo incontro. Si tratta della conclusione di una breve serie di incontri che ha cercato di dare un contributo alla comprensione di un fenomeno tipicamente italiano, cioè il legame con la romanità nella costruzione di miti nazionali e nazionalisti, ultimo dei quali quello fascista. Proprio sul Ventennio si sono concentrate le prime tre conversazioni, sotto profili poco noti o troppo poco indagati rispetto al volume di parole che producono: l’editoria per ragazzi, il calcolo dei confini italiani, il tradizionalismo ‘misitico’ di inizio ‘900. 

Quest’ultimo incontro si distingue per due motivi. Il primo riguarda il luogo in cui il recupero della storia e del mito romani ha sostenuto il risveglio del sentimento nazionale. La Germania, infatti, da ben prima dell’età cristiana costituisce in sostanza l’alternativa europea al mondo latino. Cesare si scontrò con tribù germaniche, ne assaggiò le virtù guerriere e l’orgoglio, e da quella volta i rapporti tra nord e sud Europa, fino alla fine dell’impero d’Occidente, si sono via via complicati. Alla fine del I secolo d.C. Tacito scrisse un opuscolo, la Germania appunto, che voleva fare il punto su questo popolo, sui suoi limiti ma soprattutto sulle sue virtù, che mettevano invece in luce i gravi limiti morali e civili di un popolo romano in declino.  

A partire dal XV secolo, con la riscoperta del primo codice contente lo scritto del grande storico, quel libro diventa incendiario: tanto il Papato quanto la Chiesa tedesca lo usano piegandolo alle proprie idee: l’autorità di Tacito è enorme, e ognuno vi vede quello che vuol vedervi. Lutero nel frattempo trasforma Hermann, l’antico Arminio di cui parla Tacito, in eroe nazionale, e da quel momento la Germania, che diventerà Stato solo oltre tre secoli dopo, diventa una sorta di luogo dell’anima.  

L’età contemporanea sfrutta al massimo l’opuscolo nei punti in cui si inneggia ai tratti distintivi delle antiche tribù germaniche: il sentimento nazionale del romanticismo tedesco, in opposizione soprattutto a Francesi e Inglesi, attraverso Fichte, Hegel ma anche Marx ed Engels legge Tacito per trovarvi le radici ora del Volkstaat (Stato del popolo), ora di un comunismo precapitalistico. Nel XX secolo la disfatta della I guerra mondiale fomenta ancora di più il senso di rivalsa nazionalista, che sfocerà nel Nazismo: e sarà Heinrich Himmler, capo delle SS, il più fervido rilettore del testo di Tacito, fino a spingersi alla ricerca di quell’antico codice custodito in Italia.

La novità

A parlare di tutto ciò - e questo è il secondo motivo di interesse dell’incontro - non saranno insegnanti del liceo, come è stato finora, bensì due studentesse dell’ultimo anno, Elisabetta Sodomaco e Irene Udina. Si tratta di una novità che vorrebbe essere l’inizio di una tradizione, per valorizzare il lavoro e la maturità di studenti a cui, appunto, fra due mesi si chiederà un esame che confermi quella maturità. Come sempre, alla fine dell’incontro, che è aperto a tutti, ci sarà un dibattito, parte spesso ricca dei pomeriggi del Carducci-Dante. 

Per informazioni lorenzo.devecchi@liceocarduccidante.net.

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