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Il fascismo e l'idea di Roma: prosegue il ciclo di incontri al liceo Carducci-Dante

Il nuovo intervento si svolgerà domani, mercoledì 27 marzo, alle 17.30 nell’aula magna del liceo Dante in via Giustiniano 3, a ingresso libero

TRIESTE - Il mito di Roma ha alimentato tutte le epoche, e nei modi più vari. Prosegue il ciclo di incontri dal titolo “Vita nuova del mondo antico”, ormai consolidato presso il liceo Carducci-Dante che, quest’anno, ha come tema “Roma e il mito nazionale”. Si cercherà dunque di indagare i modi specifici in cui Roma ha alimentato il nazionalismo novecentesco, con riferimento particolare all’Italia e alla Germania.

Il fascismo e l’idea di Roma. Il tradizionalismo romano da inizio ‘900 a Iulius Evola

In particolare, il terzo incontro è quello dal carattere più strettamente teoretico-filosofico. La professoressa Eleonora Zeper, che nei suoi studi ha affrontato molto precocemente forme di pensiero mistico ed esoterico nel mondo antico e tardo-antico, porrà la questione del tradizionalismo romano come strumento del pensiero conservatore moderno.

Il titolo della relazione è “Il fascismo e l’idea di Roma. Il tradizionalismo romano da inizio ‘900 a Iulius Evola”. Dopo aver visto nelle prime due relazioni i modi della propaganda fascista nei libri per ragazzi e nella discussione sul confine nord-orientale, e già prima nel cinema con la conferenza del prof. Creazzo, questa volta il focus è sull’idea di Roma come assoluto, come paradigma eterno di Stato. E’ noto che proprio Roma, la città-stato antica che assurgerà a impero mondiale, fu di fatto l’unico ideale davvero trasversale all’ideologia fascista, che dovette mettere insieme anime anche molto diverse tra loro e che dunque andavano unite in una fede comune. La fede in Roma ebbe i suoi detrattori, o almeno suscitò diffidenza, quasi solo tra gli addetti ai lavori: erano pur sempre anni di gloriosi studi di antichistica, e i più sorvegliati tra i fascisti di primo piano (tra cui lo stesso Bottai) rifiutavano quella romanità da copertina, perlopiù antistorica, che Mussolini aveva voluto come bandiera ideologica del partito e della nuova Italia.

Tuttavia, una serie di circostanze fortunate e alcuni richiami di indubbia efficacia alla potenza romana fecero del mito di Roma sotto il fascismo uno strumento di propaganda eccezionale, anche all’estero. Non solo quel mito si è affievolito nel dopoguerra proprio a causa dell’abuso fascista; ma anche una parte considerevole del pensiero di alcuni filosofi dell’epoca, che al fascismo o comunque al fermo conservatorismo aderirono con convinzione, ha ricevuto negli ultimi 80 anni scarsa o scarsissima attenzione. In primis naturalmente Giovanni Gentile, una gloria della filosofia non solo italiana che ha subito una sorta di bando dopo la morte, appunto per il suo ruolo centrale nel partito. Ma anche Iulius Evola, pensatore assai diverso, eccentrico, originale, decisamente aristocratico e che dunque solo in parte si sentì attratto dal fascismo.

Dove e quando

Su questo pensatore si concentrerà l’attenzione della professoressa Zeper: si tratta di un’occasione molto rara proprio a causa della scomodità del personaggio, che fu tenuto in altissima considerazione da grandi filosofi di tutt’altra parte politica. L’intervento si svolgerà domani, mercoledì 27 marzo, alle 17.30 nell’aula magna del liceo Dante in via Giustiniano 3, a ingresso libero come sempre. Per informazioni: www.carduccidante.edu.it; lorenzo.devecchi@liceocarduccidante.net.

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