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Il punto sulla questione

Roma non trasferisce i migranti, in 250 costretti a dormire in strada

La denuncia arriva direttamente da Gianfranco Schiavone di Ics il quale fa sapere di avere inviato sei segnalazioni alla prefettura. "Informato anche l'Alto Commissariato per i Rifugiati, pronti ad agire legalmente contro il ministero". Nell'accoglienza non c'è più posto. Le soluzioni e il rischio che il tema diventi ennesimo argomento da campagna elettorale

TRIESTE - "Se i migranti dormono per strada la gente pensa che sono troppi, ma la verità è che la prefettura e il ministero dovrebbero provvedere a quei trasferimenti nelle altre regioni che, per un evidente e grave scaricabarile, non vengono fatti". Il presidente di Ics Gianfranco Schiavone non usa mezzi termini per affermare che la gestione dell'emergenza migratoria a Trieste da parte del Viminale rappresenta la "peggiore di sempre". Da luglio ad oggi 22 agosto Schiavone ha inviato sei segnalazioni al prefetto Annunziato Vardè. Il numero uno di Ics fa sapere inoltre l'intenzione di procedere per vie legali nei confronti del ministero. "Abbiamo condiviso questa possibilità con i richiedenti asilo, non sarebbe la prima volta". 

Quanti sono i migranti che dormono in piazza?

I migranti che al momento non hanno un posto dove dormire sarebbero, secondo i numeri forniti da Schiavone, circa 250. Solo negli ultimi giorni i "nuovi" in attesa di vedere la propria richiesta di asilo accolta sono quasi una sessantina, ai quali vanno sommati quelli che aspettano da settimane, più chi arriva e, dopo aver dormito ai piedi di Sissi o al Silos, prende e prosegue il viaggio senza aspettare le lungaggini burocratiche (sarebbero una cinquantina quelli "spariti", da luglio, anche se il numero è probabilmente sottostimato ndr). "Abbiamo avuto diversi momenti di difficoltà negli ultimi anni - ricorda Schiavone - ma mai questo sfascio, le condizioni per un simile imbuto non si erano mai create". Il flusso della rotta balcanica continua ad alimentare il terminale triestino ma "negli ultimi 10 giorni non c'è stato alcun trasferimento. Per quale ragione?" si chiede Schiavone che sottolinea come "l'obbligo all'accoglienza scatta dal momento in cui viene manifestata la volontà di chiedere asilo. Sono tutti richiedenti asilo, eppure non vengono considerati".  

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Riaperto il Centro diurno

Tra ferie estive, un apparato romano proiettato ad un probabile cambio di vertice e quegli affari correnti che non sembrano poi così urgenti, per Schiavone la soluzione "non è quella di aumentare i posti in accoglienza, bensì rendere efficienti i trasferimenti nelle altre regioni. Mi chiedo solo perché tutto ciò non venga fatto". Solo così, per l'Ics, si eviterebbe di trasformare una situazione triestina tutto sommato "gestibile", in un caso che invece potrebbe diventare funzionale alla campagna elettorale della destra. Intanto a Trieste il 10 agosto scorso il Comune ha fatto riaprire il Centro diurno della Comunità di San Martino al Campo, in via Udine. "Una quarantina di senza fissa dimora possono usufruire dello spazio, farsi una doccia e rifocillarsi, è una bella notizia". L'amministrazione comunale ha inoltre messo a disposizione ulteriori 20 posti letto. 

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