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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Commenti ignobili, Federico non era un criminale": la famiglia del 26enne morto valuta azioni legali

Lo scorso giovedì il giovane è stato trovato esanime dalla nonna all'interno dell'appartamento di via della Galleria dove viveva. "Non era da solo, aveva una famiglia. Nel suo passato c’erano stati alcuni momenti difficili ma li aveva superati, tanto che avrebbe dovuto iniziare un nuovo lavoro proprio questa settimana”

“Federico non era da solo, aveva una famiglia. Nel suo passato c’erano stati alcuni momenti difficili ma li aveva superati, tanto che avrebbe dovuto iniziare un nuovo lavoro proprio questa settimana”. A parlare sono la madre e la nonna di Federico, il ventiseienne triestino trovato morto nella casa di via della Galleria, nel rione di San Vito, lo scorso 22 luglio. “Era una persona sensibile, aiutava i vicini con le borse della spesa, gli amici erano molto affezionati a lui. In tanti gli han voluto bene”. 

Il passato di Federico

Nel passato la vita di Federico aveva vissuto alcune criticità legate al mondo degli stupefacenti ma da anni risultava essere “pulito”. Poi, circa un mese fa, un gravissimo lutto l’aveva profondamente colpito, facendo comparire i sintomi della depressione. “Inoltre – così la famiglia – tempo prima era rimasto vittima di un grave incidente domestico che gli aveva compromesso, per sempre, l’utilizzo della mano destra. Da cuoco (Federico aveva frequentato la scuola alberghiera ndr) quell’incidente l’aveva segnato anche se, nonostante le difficoltà, non si era arreso. Era felicissimo per il nuovo lavoro, si era sistemato”. 

Il "vomito" social e le possibili azioni legali

Dopo la notizia della morte, sui social sono comparsi numerosi commenti che il legale che difende la famiglia, avvocato Monica Di Maria, ha definito “ignobili" e dai quali la redazione prende nettamente le distanze."Come si fa a giudicare un giovane senza conoscerlo? - questo il pensiero del legale -, come si fa a non provare empatia di fronte alla perdita di una vita così giovane e a non rendersi conto di quanto parole così forti e profondamente giudicanti possano ferire una famiglia che sta già vivendo un dolore insostenibile?”. Nonostante sul caso regni il massimo riserbo, il fascicolo d’indagine aperto sul caso è in mano al pubblico ministero Matteo Tripani e la Squadra Mobile della questura di Trieste ha messo al lavoro i propri investigatori. “Non era un criminale, né uno sbandato – queste le parole della nonna e della madre -, quei commenti su Facebook hanno spazzato via la sua dignità: va fatto tutto il possibile per restituirgliela”. Infine, la legale fa sapere che, assieme alla famiglia, si valuterà “ogni azione necessaria a tutelare la memoria di Federico”. 

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