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Economia

L'economia regionale è al palo: la Banca d'Italia lancia l'allarme

Meno 12 per cento sul rapporto trimestrale. Giù il turismo, crollano i consumi delle famiglie che preferiscono tenere i soldi in banca. Tengono cantieristica e traffici portuali, malissimo il settore auto. "Il 2021? Un'incertezza"

Dopo il falsopiano di quest'estate la salita si fa sempre più ripida. Il simbolo dell'impatto del Coronavirus sull'economia regionale potrebbe essere rappresentato da una vera e propria montagna russa, capace di accelerare e frenare sia i processi produttivi che le conseguenze a livello sociale. Anche in Friuli Venezia Giulia la Banca d'Italia ha tracciato il quadro della crisi analizzando tutte le tessere che compongono il mosaico economico regionale. Il dato che colpisce è l'inevitabile crollo del settore turistico, pari al 61 per cento, ma anche e soprattutto l'incertezza che ha spinto le famiglie e le imprese a fermare gli investimenti e a ridurre i consumi. 

Previsioni future? Incerte

Un calo, quello messo in luce dal direttore Luigi Bettoni, che segna 12 punti percentuale in meno nel Rapporto trimestrale 2020. Un dato che, se da un lato sembra essere in linea con l'andamento registrato nelle altre regioni settentrionali, dall'altro fotografa una situazione di preoccupante incertezza soprattutto per quanto riguarda i prossimi mesi. "Oggi è difficile affermare come cambieranno le abitudini degli italiani nel futuro. Tutto dipenderà dall'evoluzione dalla pandemia. Se il Coronavirus morderà e butterà giù tutto, allora non ci sarà niente da fare. Se invece la diffusione del virus rallenterà, ecco che si potrebbe manifestare una determinata volontà di ripresa". 

La timida ripresa e poi la seconda ondata

Successivamente al lockdown, è stato spiegato, si era registrata una timida ripresa economica. "Forse l'unica cosa che si può aggiungere - hanno puntualizzato dalla Banca d'Italia - è che le norme relative ai restauri (il famoso bonus al 110 per cento ndr) potrebbero portare una boccata d'ossigeno del settore dell'edilizia". Gli investimenti dovrebbero segnare un aumento di poco superiore al numero di quelle imprese e famiglie che invece li ridurranno. 

Tiene cantieristica e portualità: male auto e turismo

La contrazione riguarda diversi settori. In merito alla produzione interna si è arrivati ad un -8,8 per cento, mentre l'export ha fatto segnare un crollo pari a 14 punti percentuale. "Sorride" la cantieristica, per la quale sembrerebbe non essere cambiato quasi niente rispetto ai livelli per CoViD-19; anche le attività legate ai traffici portuali tutto sommato non hanno registrato grosse flessioni. Male invece le immatricolazioni nel settore dell'auto, un po' meglio il recupero dell'attività manifatturiera che, tuttavia, in una regione come la nostra vale quasi esclusivamente per il Friuli. Il territorio della Venezia Giuila, hanno spiegato, è infatti maggiormente orientato sul terziario. 

Crescono i soldi in banca: ma le famiglie non spendono

Cala contestualmente anche il settore dell'immobiliare, con le vendite e i mutui erogati che fanno segnare un calo di dodici punti e mezzo percentuale rispetto ai periodi pre crisi. Infine, un dato indicato come negativo da parte della Banca d'Italia e che potrebbe sembrare invece positivo. In Friuli Venezia Giulia infatti crescono i depositi bancari del 6,9 per cento ed aumenta, di conseguenza, la liquidità in banca. "Le famiglie preferiscono tenere i soldi fermi. Nonostante il dato di 22,7 miliardi presenti nei conti correnti, in questo modo i consumi si fermano. La situazione non è per niente rosea".

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