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Revisione patti finanziari Stato-Fvg, Gelmini: "Richiesta legittima, bisogno di confronto"

La ministra per gli Affari regionali ha incontrato il governatore Massimiliano Fedriga. Tra gli argomenti toccati anche la grave situazione sanitaria in Friuli Venezia Giulia e la competenza in merito alla specialità regionale

La richiesta di revisione dei patti finanziari tra la Regione e lo Stato, la competenza in merito alla specialità del Friuli Venezia Giulia e la grave situazione legata all’emergenza sanitaria sul territorio regionale. La sintesi dell’incontro avvenuto oggi 17 marzo a Trieste tra il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini ed il governatore Massimiliano Fedriga rispetta la volontà dell’esecutivo di unità nazionale di “agevolare il dialogo” tra Roma e le periferie, e fissa sulla scacchiera le prossime mosse. L’esponente forzista ha annunciato, in ragione del necessario “sostegno alle famiglie e alle imprese”, un’operazione di supporto economico alle regioni pari a un miliardo di euro. 

“La pandemia ha costretto i governatori a misure drastiche – ha sottolineato la Gelmini – che erano e restano indispensabili. L’unico avversario è il Covid e dobbiamo mettere in campo tutti gli sforzi possibili per compiere passi in avanti”. Ricordando come il “tour” del ministero sia partito dal Friuli Venezia Giulia, la titolare degli Affari regionali ha indicato la richiesta di revisione dei patti finanziari come “legittima. Per quanto riguarda le regioni a statuto speciale c’è bisogno di confronto sulle competenze ma dobbiamo approfittare dell’esecutivo di unità nazionale per sciogliere alcuni nodi importanti”. 

“Il Friuli Venezia Giulia non si arrende – ha continuato la Gelmini – e sta continuando a lottare. La strategia del governo è contestuale e si basa sulla comprensione profonda della situazione perché siamo di fronte ad una crisi che ha bisogno di risposte precise”. Il piano vaccini ed il sostegno all’economia sono i due punti in agenda del governo Draghi. “Il confronto con le regioni è strategico – ha concluso il ministro – anche perché abbiamo in previsione di arrivare all’80 per cento delle vaccinazioni entro settembre, così da poter tornare a vivere e a produrre”.

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