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La nota del sindacato di polizia

Migranti, Siulp: "Hotspot non dev'essere bandierina della propaganda"

Fabrizio Maniago: "Oltre 4800 migranti da gennaio. Basta tormentoni, per hotspot necessarie più risorse umane, efficienza amministrativa e potenziamento struttura per ricorso giurisdizionale"

TRIESTE - "L’implacabile report uscito il 15 agosto restituisce un +57% di ingressi dalla Slovenia, con 4850 migranti certificati e fotosegnalati dal 1 gennaio 2023, a cui si aggiungono i non censiti. La rotta balcanica torna in auge e bisogna rispolverare i vecchi tormentoni di sempre". Così il segretario regionale del Siulp Fabrizio Maniago in una nota di commento all'ipotesi di realizzare un hotspot in Friuli Venezia Giulia e, in generale, le politiche per affrontare l'immigrazione.

Maniago sostiene che "gli ingressi non si fermano con i proclami, con i muri, i rotoli di filo spinato, le norme manifesto (leggasi reato di immigrazione clandestina ex art. 10 bis d.lvo 286/98), non si fermano con i respingimenti informali che sembrano essere spariti dai radar, ne con fantomatici blocchi navali" e comunica che "il Siulp Fvg non è mai stato contrario a priori alla creazione di un hot spot in Regione, un luogo umano, dotato di spazio sufficiente, ove possano convivere tutte le maestranze necessarie a gestire il primo impatto, sia sotto il profilo sicurezza (core businnes della funzione di Polizia) che sanitario".

Per il segretario regionale del sindacato di polizia è quindi "imprescindibile che prima di costruire l’hot spot (ovunque si pensi di impiantarlo) si individuino le risorse umane da destinarvi che non possono assolutamente essere attinte dalla miseria degli organici in cui versano tutti i presidi di Polizia regionali", e sono inoltre necessari "un apparato amministrativo efficiente, deputato al vaglio immediato della posizione umanitaria" e "il potenziamento della struttura deputata alla gestione del ricorso giurisdizionale. Solo così, solo se questi tre vagoni del treno umanitario procedono alla stessa velocità, potremo arrivare a gestire in tempi rapidi la posizione giuridica di chi, viene a chiedere aiuto (rectius: asilo) e ne ha diritto, riportando a casa chi invece non ne ha".

"L'agire in sinergia dell'Unione Europea diventa imperativo - conclude Maniago - e forse nemmeno questo sarà più sufficiente. Oggi per come è messo il flusso del continente africano, del medio oriente, dell'Europa occidentale, avremmo bisogno di un approccio e di una strategia planetari. Ciò di cui invece non abbiamo assolutamente bisogno è di piantare l’ennesima bandierina della propaganda (leggasi hot spot) sul territorio Regionale senza aver individuato a monte le adeguate risorse umane e logistiche per farlo funzionare in totale sicurezza".

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