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Variante inglese e le normali mutazioni del virus: la parola dell'epidemiologo

Il consueto appuntamento con gli approfondimenti del dottor Fulvio Zorzut, professionista triestino

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

I Coronavirus tendono a mutare velocemente e cambiano nel tempo in modo da non essere più riconoscibili dal sistema immunitario come accade, da sempre, con l'influenza. E' una cosa ampiamente prevista e conosciuta. C'è una nuova variante del virus nel Regno Unito? Ma è normale che questo accada, essendo un virus a RNA, è una caratteristica precisa di questa famiglia virale. Intanto è prevedibile che già stia circolando in tutto il pianeta (è stato isolato in Danimarca e Australia ad esempio) e non sarà con i controlli sulle rotte aeree che se ne fermerà la circolazione, dimenticandosi come al solito dei tragitti via mare o via gomma.

Spero non vengano adottate le stesse misure inutili di primavera, preoccupandosi della Cina e dei cinesi quando oramai il virus era da mesi in Baviera e in Lombardia. Keep calm and carry on! Il virus compie miliardi di repliche quotidiane ed è normale che ci siano dei piccoli errori di di trascrizione e che la progenie figlia possa essere lievemente differente da quella di origine. Ogni specie vivente tende a creare ed allargare la propria nicchia ecologica. L'interazione ospite-patogeno può essere considerata una relazione predatore\preda e nell'ambiente naturale il predatore regola la numerosità e la distribuzione geografica della preda.

Sia il predatore che la preda possiedono armi al servizio della propria sopravvivenza: il virus ad esempio ha un rapido tempo di riproduzione, mette in atto scambi genici e mutazioni antigeniche. L'uomo ha delle resistenze di specie, aspecifiche, un sistema immunitario efficiente e l'intelletto. In natura nessun parassita ha interesse a sopprimere l'ospite in quanto sarebbe un danno in termini evolutivi. Ebola non si diffonde nel mondo perché sopprime gli ospiti troppo velocemente e quindi non riesce ad uscire dal proprio areale di diffusione. La SARS ebbe uno sviluppo analogo, quel Coronavirus del 2003 era troppo letale e quindi si estinse da solo mutando in una forma poco patogena.

In questo caso è prevedibile che la letalità umana non aumenterà affatto perché sarebbe controproducente per il virus stesso. Una maggiore efficienza nella trasmissione ci sta ma questo non si traduce inevitabilmente in una maggiore aggressività. Ricordo che oltre il 70 per cento dei positivi è asintomatico e solo lo 0,6% di tutti i positivi presenta quadri clinici critici. Inoltre se le mutazioni sono minime, come di norma, non è detto detto debbano vanificare l'effetto dei nuovi vaccini. 

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